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Misteri di Madrid “El Perro Paco”

Il mio eroe è Hachiko, un cane, lo chiamavano Hachi, il cane del mistero, perché nessuno sapeva da dove venisse, e qui comincia la sua storia… quando mi raccontano di Hachi io sento di conoscerlo, Hachi mi ha insegnato cos’è la fedeltà ecco perché Hachi sarà sempre il mio eroe…

Immagino che molti di voi avranno associato in meno di un secondo queste parole con l’emozionante film Hachico, una storia d’amore. Il film può essere apprezzato o meno, ma per un amante degli animali arriva un momento in cui non si segue più la fattura artistica dell’opera, in quanto il protagonista ci conquista interamente, innescando un fiume incontrollabile di lacrime che ci accompagnano fino alla fine del film.

Ma perché questa introduzione?

Perché se il Giappone ha Hachico, ciò non significa che noi siamo privi di eroi a quattro zampe, e caso vuole che uno di questi sia proprio vissuto nella città di Madrid,  con un nome molto meno altisonante…perché il nostro eroe si chiama Paco.

La storia del cane Paco ebbe inizio a finale del XIX secolo, precisamente il 4 Ottobre del 1879. Vi chiederete: come è possibile conoscere addirittura il giorno esatto? Beh, tra poco vi sarà tutto chiaro.

 

Paco è un astuto cane vagabondo, di taglia media e dal pelo nero a macchie bianche, e un giorno questo animale pensò bene di sgattaiolare in uno dei migliori ristoranti di Madrid, Café de Fornos, nelle vicinanze di Puerta del Sol.

Una volta dentro, iniziò ad avvicinarsi ai vari tavoli, nella speranza che qualche commensale generoso gli lanciasse degli avanzi. Caso volle che quel giorno si trovasse lì il Marchese de Bogayara, cliente fisso del ristorante.

L’animale nel vederlo gli si avvicinò, e con estrema educazione sedette al suo lato, guardandolo. Il Marchese, nel vedere tale comportamento, premiò il cane con un po’ di cibo e una volta terminato il pranzo prese a giocarvi.

L’uomo rimase sconcertato dalla mansuetudine dell’animale e perciò prima di andar via volle dargli un nome, Francesco, come Francesco d’Assisi, il santo che si onora il 4 di Ottobre (adesso è tutto chiaro), ma siccome il nome era forse troppo lungo per un cane, utilizzò il suo diminutivo, Paco.

Il giorno successivo il Marchese tornò nel ristorante e Paco lo aspettava alla porta, e così i giorni a seguire. Lentamente l’amicizia tra i due si andò rafforzando, e il cane iniziò ad essere ben visto anche dai camerieri e dai cuochi del ristorante.

Passò del tempo e tutti i clienti presero a conoscere il cane Paco, tanto che i proprietari del locale gli assegnarono un angolo in cui poter dormire durante la notte, per ripararsi dalle intemperie.

 

Da quel momento la fama di Paco crebbe in maniera esponenziale.

Paco divenne conosciuto in tutta Madrid,  trasformandosi in un vero e proprio fenomeno culturale. La stampa prese a parlare delle sue gesta. Vennero composte canzoni e ballate in suo onore, il suo ritratto appariva nella copertina delle partiture, le sue fotografie nelle finestre dei negozi di musica, addirittura un giornale specializzato in opinione politica prese il nome di “El Perro Paco”.

Il nostro eroe era perfino ammesso nei locali proibiti ad altri cani, potendo entrare senza problemi in teatri, circhi, plaza de toros; tutte le porte si aprivano per il nostro Paco, ancor di più quando in compagnia del Marchese. Potete ben immaginare che nessuno aveva il coraggio di proibirgli il passo per paura di una cattiva recensione…non scritta direttamente da Paco, intendiamoci.

Ciò che Paco maggiormente amava, però, erano le plazas de toros, in cui avevano luogo le corride. A quel tempo la Plaza de Toros de Madrid si trovava dove possiamo vedere oggi il palazzo dello sport.

Nei giorni delle corride tutto il popolo madrileno si riversava nella Plaza, e Paco come uno di loro. Al termine di ogni “combattimento”, morto il toro, era solito scendere nell’arena e fare delle capriole, uno spettacolo apprezzato da tutti.

Un giorno però, nel maggio del 1882, scese nell’arena un nuovo torero, un giovane alle prime armi, che sin da subito ebbe seri problemi con il toro con cui si confrontava. La corrida si stava rivelando un fracasso e la gente non smetteva di fischiarlo.

Paco, vista la situazione, decise di scendere in pista egli stesso, dove iniziò ad abbaiare contro il giovane. Questi nel vedere il cane peggiorare ancor di più la sua disastrosa situazione vi si diresse contro e lo infilzò nel costato.

Il popolo di Madrid rimase gelato per qualche secondo, nessuno aveva il coraggio di fiatare. Poi i fischi ripresero ancora più forti e il torero dovette fuggire per evitare il linciaggio.

Paco fu soccorso, ma le cure non gli valsero nulla, dopo pochi giorni morì. La sua scomparsa fu quasi occasione di lutto cittadino: un eroe differente li abbandonava.

Oggi le resta di Paco giacciono nel Parque del Retiro…e forse quando l’oscurità ricopre la città i suoi latrati possono ancora essere uditi in lontananza.

Le Eresie di Madrid

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