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Misteri di Madrid “La Fattucchiera”

Sirocchie all’opra!

Questo è il momento.

Giriamo la pentola,
Soffiam nelle brace,
Versiamole i tossici
Nel ventre capace.

Rospo, tu che trenta notti,
Trenta dì non interrotti
Dietro un sasso accovacciato
Di venen ti se’ gonfiato
Scendi primo e ti volta e rivolta
Nel bollor della magica polta.

Mano sollecita,
Carboni all’olla,
Sì che la méscita
Bolla e rbolla.

Piè di lucertola,
Pelo di nottola,
Tutto dispaja
Nella caldaja.
Tutto si cuoca per l’opra fatale,
Tutto gorgogli nel brodo infernale.

 

Ma finiamola! Chi crederebbe mai a queste sciocchezze? Nel mondo odierno, così altamente civilizzato, ancora dovremmo lasciarci ingannare da storielle di incantesimi e pozioni stregate?
Eppure, leggere queste righe non è che mi abbia lasciato totalmente indifferente.

Un brivido corre lungo la schiena.
Un attimo: controllo di non essere solo.
Perfetto, nessun problema, posso andare avanti.

Quale miglior inizio per la storia di oggi se non le terrificanti parole dell’Hamlet shakespeariano? Il sabba delle tre streghe presenti nell’opera, una scena talmente potente da aver reso impronunciabile, in ambito teatrale, il nome dell’opera, a causa della sua energia diabolica.

Ma torniamo alla nostra Madrid. Nel XV secolo giunse in città una donna chiamata Maria Mola. Veniva da Burgos, dove era stata accusata di stregoneria e condannata al pubblico ludibrio. Interamente ricoperta di piume fu costretta a indossare un cappello a forma di cono, su cui apparivano dipinte immagini che alludevano al suo delitto, mentre sopportava gli insulti, le pietrate e gli sputi dell’irata moltitudine scesa in strada.

Nel giungere a Madrid, Maria Mola, conosciuta come “La Agorera” – la fattucchiera – continuò ad esercitare le arti divinatorie e la stregoneria nella sua stessa casa, che si trovava all’esterno della città antica, nelle vicinanze di quella che è oggi la piazza di Santa Ana.

La clientela, religiosa e superstiziosa in parti uguali, si recava a casa di Maria alla ricerca di incantesimi di amore, sortilegi o per conoscere il proprio futuro. La sua capacità di predire avvenimenti la rese ben presto famosa. La gente faceva ore di fila dinnanzi alla sua porta, tanto che anche nobili e religiosi presero a consultarla.

 

Ma ben presto l’inganno sarebbe stato rivelato.

Ogni settimana, un vecchio frate francescano si avvicinava alla casa della fattucchiera per ricevere un poco di farina per la congrega, e sempre rimaneva stupefatto nel vedere la lunga fila in attesa di conoscere il loro futuro, perciò, quando un altro frate gli confessò i dubbi che lo assalivano ogni volta che si apprestava a celebrare la messa, gli consigliò di visitare Maria, nonostante i precetti religiosi lo vietassero.

Senza pensarci due volte il frate si presentò di fronte alla fattucchiera e le espose i suoi timori di cadere costantemente nel peccato mortale. Dopo un misterioso rituale, la strega finse di avere una terribile visione e avvisò il religioso che il giorno successivo, prima di celebrare la messa, avrebbe avuto un’apparizione. Avrebbe veduto un angelo o un diavolo, a seconda della colpa, o dell’assenza di questa, nella sua anima.

Il giorno seguente, prima della messa, il giovane frate vide arrampicarsi sulle mura della chiesa un mostro orribile che lanciò delle grida terrificanti. Il frate, credendo di aver visto il diavolo, cadde al suolo incosciente. Nel riprendere i sensi abbandonò in fretta la chiesa, dato che solo come peccatore avrebbe potuto vedere satana.

 

Il giovane si confessò e ben presto la sua storia divenne conosciuta in tutta la città, fino a giungere alle orecchie delle autorità, che vollero portare avanti un’investigazione.

Facendo pressione sulla fattucchiera riuscirono a cavarle di bocca una confessione.  Il demonio che il frate aveva veduto era nient’altro che una civetta, che essa stessa aveva liberato nella chiesa durante la notte, con l’unico scopo di spaventare il religioso.

Maria Mola fu condannata all’impiccagione. La sentenza venne portata a termine pubblicamente e molti furono coloro che, sentendo di essere stati ingannati, la colpirono con pietre mentre essa agonizzava.

Ma la storia di Maria la Fattucchiera non era destinata a morire con lei. Nella strada in cui la donna era vissuta iniziarono a girare strane voci. Apparentemente ogni notte il fantasma di Maria appariva in strada per terrorizzare i passanti. Tutti assicuravano che il suo spirito vagasse senza pace.

Tale fu il terrore che prese i madrileni dell’epoca che molti optavano per non passare in quella strada, che rapidamente iniziò ad essere conosciuta come Calle de la Agorera – la strada della fattucchiera. Più tardi, a causa della deformazione del nome, si convertì in Calle de la Gorguera – la via della gorgiera – fino a che nel 1804 la città decise di dedicarla a un drammaturgo, rendendola Calle de Nunez de Arce.

Forse speravano in questo modo di cancellarne il suo oscuro passato, ma i misteri…sono duri a morire, e noi questo lo sappiamo perfettamente.

 

Eresie di Madrid

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