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Misteri di Vienna “Il nono birillo”

ANTONIUS: Tu giochi a scacchi, non è vero?
MORTE: Come lo sai?
ANTONIUS: Lo so. L’ho visto nei quadri. Lo dicono le leggende.
MORTE: Sì, anche questo è vero, come è vero che non ho mai perduto un gioco.
ANTONIUS: Forse anche la Morte può commettere un errore.
MORTE: Per quale ragione vuoi sfidarmi?
ANTONIUS: Te lo dirò se accetti.
MORTE: Avanti, allora.
ANTONIUS: Perché voglio sapere fino a che punto saprò resisterti… e se dando scacco alla Morte, avrò salva la vita. Ti tocca il nero.
MORTE: Si addice alla Morte, non credi?

Misteri di Vienna

Gli amanti di Ingmar Bergman avranno senz’altro riconosciuto il dialogo del capolavoro cinematografico “Il settimo sigillo”. Un cavaliere sfida la morte, colei che mai ha perduto una partita. Sarà questa partita diversa dalle altre? Per scoprirlo non vi basta che guardare il film, ma nel frattempo scopriamo assieme quando la morte venne sfidata in quel di Vienna, nella leggenda del nono birillo.

In passato Vienna aveva un guardiano della torre. Esso si trovava nel punto più alto della città, che in quei giorni era rappresentato dal Duomo di Santo Stefano. Egli viveva in un piccolo appartamento della torre del duomo e controllava dall’alto le case della città. Il suo compito era quello di avvisare i cittadini di un qualsiasi fuoco divampato all’interno delle mura.

Ma potete immaginare che non tutti i giorni avvenisse un incendio, perciò il lavoro poteva divenire alquanto noioso.

Per ovviare alla cosa i viennesi pensarono di costruire un’antica pista da bowling in un piccolo ambiente accanto alle stanze della guardia. Era uno spazio dalle piccole dimensioni e dal basso soffitto, cosicché la pista era abbastanza corta, ma ciò non frenava la gente dal giocare. Avevano trovato uno strano modo di farlo: si posizionavano di schiena ai birilli, piegavano la testa e lanciavano la palla sotto le loro gambe.

 

Direi che come difficoltà la cosa non fosse niente male, e infatti i giovani del quartiere amavano andare a giocare ai birilli con il guardiano della torre.

Vi fu un tempo una guardia chiamata Franz; egli era un tizio della peggior specie, dissoluto come pochi, che amava bere e giocare al suo bowling a nove birilli (eh sì, a quel tempo i birilli erano nove e non dieci come ora).

Franz era un maestro di questo gioco. Non importa quando e come giocasse, egli abbatteva sempre tutti e nove i birilli in un colpo solo. Vinceva ogni volta, e per questo, ben presto, nessuno volle più giocare con lui.

Una sera d’autunno Franz stava giocando come al solito, da solo, fino a mezzanotte. All’improvviso sentì una voce spettrale provenire dall’oscurità, “Giocando ancora a quest’ora?”

Un uomo alto, dall’aspetto esile, con un mantello grigio e un cappuccio abbassato sulla faccia, apparve alla luce delle candele. Un fremito percorse la schiena di Franz, ma ben presto riprese il suo modo sfrontato e rispose sfacciatamente, “Hai il coraggio di giocare con me? Io vinco sempre!”

Misteri di Vienna

E l’uomo in grigio rispose con una voce spensierata, “Anche io. Io non perdo mai una partita.”

Franz prese la palla da bowling e con un movimento rapido la scagliò sotto le sue gambe. I birilli furono abbattuti in un colpo solo e Franz, arrogantemente, sfidò l’uomo, “Tutti e nove! Pareggia se ci riesci!”

Ma quando riallineò i birilli ne nascose uno sotto la sua giacca e apparentemente non visto lo lanciò fuori dalla finestra della torre.

“Non in questo modo, amico mio!” ruggì l’uomo in grigio con una voce sinistra. L’uomo incappucciato si erse in tutta la sua statura, e il mantello mostrò cosa nascondeva. Tremante Franz vide un corpo fatto di sole ossa.

Io sono la morte” echeggiò attraverso la piccola stanza, “e io vinco sempre, anche quando ci sono solo otto birilli, perché io li renderò nove. Devo solo colpirne otto…più uno!”

La mano scheletrica afferrò la palla e la lanciò contro i birilli, abbattendoli tutti con un profondo clangore. E invece del nono birillo, Franz cadde al suolo.

Il giorno dopo il guardiano della torre fu trovato morto tra i birilli. Da allora egli appare come un fantasma ogni notte; geme e si strugge, e ancora non riesce a trovare il nono birillo, senza il quale non potrà mai trovare la salvazione.

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