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Azzurrina, la bambina fantasma di Montebello

azzurrina fantasma

Le storie di fantasmi hanno una grande presa sul nostro immaginario. Quello che affascina non è solo il brivido di paura e sgomento all’idea di imbattersi in uno di loro, ma anche l’identità di quell’anima in pena – il suo trascorso, la sua vita, la sua morte. Se poi il fantasma è quello di una bambina, alla curiosità si unisce un forte senso di pietà e tristezza.

Quella che sto per raccontarvi è la storia di Azzurrina, la bambina fantasma diventata leggenda.

 

La colpa della diversità

Il nostro racconto è ambientato nella Romagna del XIV secolo. Siamo nel Castello di Montebello a Poggio Torriana (Rimini), proprietà dei Malatesta dal 1186, arroccato su una piccola altura anticamente frequentata dai Celti.

Qui nel 1370 nasce una bambina dai capelli così chiari da sembrare bianchi, figlia di Uguccione e Costanza. La tradizione narra che la piccola aveva una caratteristica assai pericolosa per l’epoca: l’albinismo. Nel Medioevo le persone albine erano, infatti, ritenute figlie del demonio e venivano spesso perseguitate e uccise. Un’altra versione, decisamente più maliziosa, dice che la piccola avesse ereditato la chioma biondissima dal vero padre, un mercenario germanico di nome Ormanno, “finito” nel letto dell’infedele e lussuriosa Costanza.

Albina o “bastarda” che fosse, Azzurrina è vista come uno scandalo da tener ben nascosto. Forse per vergogna, per rabbia o per protezione, il padre la rinchiude entro le mura del castello, facendola sorvegliare da due guardie. La bambina porta addosso il simbolo della sua diversità, così i genitori iniziano a tingerle i capelli con una sostanza vegetale che però non riesce ad attecchire sulla capigliatura così chiara. Il nero corvino in poco tempo sbiadisce, conferendo ai capelli dei particolari riflessi bluastri, da cui il soprannome Azzurrina.

Una giovane vita spezzata

fantasma azzurrina pallaFin qui è la semplice storia di una bambina sfortunata, nata in un’epoca inclemente, segregata come la principessa di una fiaba. È adesso, però, che la vicenda si complica e il racconto sfocia in tragedia…

È il primo giorno d’estate, il 21 giungo 1375, e Montebello è sotto un temporale. A causa della pioggia, Azzurrina è costretta a giocare dentro casa con una palla di pezza, sotto lo sguardo forse non troppo vigile delle sue guardie del corpo. Il dramma – o il mistero, se preferite – si compie in un istante. La palla le scivola dalle mani e rotola lungo la scala della ghiacciaia; la bimba la insegue, poi lancia un grido straziante e tutto finisce. Richiamate dall’urlo, le guardie accorrono sul posto ma non trovano né la palla né la bambina. Di Azzurrina non c’è più traccia, sembra sparita nel nulla, ingoiata dalle viscere del castello.

Da questa sparizione prende origine tutta la leggenda, arricchita nel corso del tempo da particolari più o meno macabri. La storia di Azzurrina corre di bocca in bocca per ben tre secoli, finché all’inizio del 1600 un parroco decide di metterla per iscritto nel testo “Mons Belli et Deline”. Il titolo ci svela anche il vero nome della bambina: Adelina, anche se alcuni la chiamano Guendalina. Questo manoscritto è tuttavia una leggenda nella leggenda, poiché non è stato mai ritrovato.

 

azzurrina fantasma
La scala che porta alla ghiacciaia

Un tragico incidente… o forse no?

Realtà o pura invenzione? È difficile dirlo, anche se sono convinta che dietro ogni leggenda, anche la più fantasiosa e assurda, si nasconda sempre una base di verità. Se scegliamo di credere all’esistenza di Azzurrina, allora dobbiamo credere anche alla sua tragica fine. A questo punto si fanno strada due ipotesi: una più razionale e logica, l’altra più fosca e inquietante.

La prima ipotesi è quella dell’incidente. La bambina cade per le scale, sbatte la testa e muore sul colpo; le due guardie, spaventate di essere punite per la negligenza, seppelliscono il corpicino e s’inventano la storia della misteriosa scomparsa. La seconda ipotesi è quella dell’infanticidio. Uguccione decide di sbarazzarsi della figlia (illegittima o albina non fa differenza) che rischia di rovinargli reputazione e carriera.

 

Il pianto inconsolabile di Azzurrina

azzurrinaL’anima della povera Azzurrina è rimasta legata al castello, prigioniera di quelle mura anche dopo la morte. Si dice che il suo fantasma appaia ogni cinque anni, la notte del solstizio d’estate. Alcune registrazioni, effettuate negli ultimi venticinque anni, sembrano dimostrare la presenza di un’entità. Azzurrina non si è mai mostrata, ma pare abbia fatto sentire la sua voce ora piangendo, ora chiamando la mamma.

Dal 1990, anno dell’apertura del castello al pubblico, Azzurrina è diventata la celebrità di Montebello e la sua triste storia attira curiosi e appassionati del paranormale da tutta Europa. Quella di Azzurrina è una storia senza lieto fine, di quelle che lasciano l’amaro in bocca.

Mi piace immaginarla seduta a giocare con la sua palla, immersa nelle fantasticherie di una bimba di cinque anni, lontana da quella tetra ghiacciaia che è diventata la sua fredda tomba.

 

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