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I traboules di Lione

I traboules di LioneTi piacciono i passaggi segreti?

Ogni castello ne nasconde almeno uno. In molti antichi palazzi gli architetti ne hanno previsti, per garantire fughe protette o accessi e uscite al sicuro da occhi indiscreti. Li hanno percorsi nobili, avventurieri, spie, amanti. Hanno popolato i sogni di generazioni di appassionati di misteri. Sono i Traboules di Lione.

Ebbene, nel cuore della vecchia Europa c’è una città che a buon diritto si può considerare la capitale dei passaggi segreti: Lione. Una delle sue caratteristiche sono infatti i “traboules”, collegamenti che permettono di attraversare non visti interi isolati, di entrare da un normale portone in una strada e uscire da un’altro stabile, da tutt’altra parte. Una magia che pervade l’intero centro storico.

“Traboules” si trovano ovviamente anche in altre città. Rimanendo in Francia, a Villefranche-sur-Saône, Mâcon, Chambéry e Saint-Étienne. Ma solo Lione può vantarne così tanti: sono circa quattrocento, la metà dei quali nella città vecchia.

Ma come sono nati, e che funzione avevano?

Cominciamo dal nome. “Traboule” deriva dal latino: “trans ambulare”, cioè “passare attraverso”. I primi, secondo la tradizione, compaiono nel Rinascimento, e precisamente nel 1536, quando un giovane architetto viene incaricato da un mercante, il signor Bullioud, di costruire un passaggio che consentiva di attraversare tre palazzi in Rue Juiverie, il primo “traboule” lionese, presto imitato in altre costruzioni del quartiere e poi in tutta la città. Quel giovane architetto, Philibert Delorme, divenne poi uno dei maggiori architetti rinascimentali francesi.

I traboules di LioneMa qual era la funzione dei “Traboules di Lione”? La loro ragione costruttiva era principalmente la praticità, il permettere di accorciare un tragitto, di passare da una strada all’altra senza fare un giro attorno ad un gruppo di edifici o ad un isolato, ma semplicemente passandoci sotto, o attraverso. Molti di questi passaggi vennero costruiti tra i Settecento e l’Ottocento, per permettere agli artigiani della seta di trasportare velocemente e al riparo dalla pioggia le loro merci e, nel 1831, furono molto utili ai Canuts, gli operai delle aziende tessili lionesi, durante la loro rivolta, per sfuggire alla repressione per le proteste contro le durissime condizioni di lavoro alle quali dovevano sottostare. E più di recente, durante la Seconda Guerra Mondiale, i traboules tornarono utili agli esponenti della Resistenza lionese, che grazie ad essi riuscirono a beffare i nazisti, che non conoscevano questi passaggi e non sapevano come muoversi attraverso di essi.

I più caratteristici si trovano nella “Vieux Lyon”, l’antico quartiere labirintico a forma di Omega, rinchiuso in un’ampia ansa del fiume Saona. Ma anche altri quartieri vantano la presenza di questi passaggi segreti: ce ne sono alla Croix-Rousse e nella zona della Presqu’île, fra la Place des Terreaux e il quartiere di Ainay.

I traboules di LioneScoprirli non è difficile: ci sono mappe e guide online. Ma non tutti sono visitabili: per la gran parte sono privati e non sono aperti al pubblico. Alcuni però sono ufficialmente transitabili, ad esempio quello da rue St Jean 54 verso rue du Boeuf 27 (che è anche il traboule più lungo di Lione), quello da rue St Jean 27 verso rue des Trois Maries 6 e quello da place du Gouvernement a quai Romain Rolland.

E, volendo, si possono visitare anche quelli teoricamente chiusi al pubblico. Anzi, può anche capitare di incontrare un lionese che ti offre sorridendo un passaggio attraverso un traboule. L’importante, in ogni caso, è rispettare l’etichetta: in cambio di questi suggestivi viaggi nel tempo e nello spazio è necessario evitare di parlare a voce alta e di fare rumore: la privacy di chi abita nei palazzi va rispettata. E in fondo non è difficile rimanere in silenzio, a bocca aperta, di fronte a questi piccoli misteri urbani, alcuni dei quali mantenuti e decorati in modo mirabile.

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