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Salle, la leggenda del Barone e la Stecchina

Chi non ha mai sentito storie di apparizioni insolite miste a sensazioni indescrivibili, fuori dal normale. Di quelle visioni raccapriccianti, di presenze legate ad un luogo da cause che ne hanno provocato la morte. Sono storie che fanno parte del folclore di ogni paese del mondo, grande o piccolo che sia. Ogni rocca, castello e vecchio maniero che si rispetti ospita un fantasma.

 

Castrum Sallese

Salle, la leggenda del Barone e la Stecchina
I giardini del castello di Salle Vecchia

Nel Parco nazionale della Majella, in Abruzzo, sorge l’antico borgo di Salle Vecchia. In una posizione strategica sulla vallata, si erge il castello circondato da un tipico giardino all’italiana con cipressi e ulivi e una terrazza da cui si gode una magnifica vista. Le possenti mura e le torrette merlate sono state recentemente restaurate perché assai danneggiate da frane e terremoti.

Secondo il Chronicon Casauriense, le origini di Salle Vecchia risalgono all’XI secolo a protezione dell’abbazia di San Clemente a Casauria. Infatti vi è un’iscrizione sul portale del monastero che nomina il castello tra le fortezze della sua cinta difensiva.

Una strada bianca conduce all’antico borgo, sembra quasi essere inghiottita dalla folta vegetazione ricca di piante secolari ed estese pinete. Si entra in un’atmosfera unica e incantata con un silenzio quasi assordante lasciando alle spalle i rumori della civiltà. Giungere al castrum Sallese è come sentirsi in una fiaba di Charles Perrault dove il tempo si è fermato; tutto ciò che rimane del glorioso passato viene avvolto in uno stretto abbraccio dall’edera rampicante. Il silenzio viene interrotto dallo sciacquettìo del fontanone cinquecentesco decorato da grandi mascheroni da dove sgorga acqua fresca e limpida. Trova qui collocazione anche una piccola chiesa, in pietra della Majella, dedicata al beato Roberto da Salle discepolo di Pietro del Morrone e artefice della diffusione dell’Ordine dei Celestini.

Salle, la leggenda del Barone e la Stecchina
I tre mascheroni della fontana cinquecentesca

Da sede longobarda a quella normanna, l’intera zona passò al Regno di Sicilia perciò nelle mani di molti feudatari. Gli ultimi proprietari di Salle, dopo i Colonna e i D’Aquino, furono i Di Genua, una famiglia aristocratica di Vasto. Tra il XVII e il XVIII secolo non fu un periodo facile a corte a causa della peste, del brigantaggio e dei continui dissesti idrogeologici.

Il castello ospita un piccolo museo di storia borbonica e varie collezioni di armi, strumenti di tortura, mobili e tappezzerie. Inoltre è possibile visitare i saloni di rappresentanza, gli appartamenti privati dove avrebbe soggiornato anche Napoleone Bonaparte. La sua camera da letto è composta da un pregiato letto a baldacchino in stile impero.

 

Il Barone e la Stecchina

Il castello di Salle Vecchia custodisce al suo interno leggende che destano particolare interesse. Tante sono le suggestioni che provengono dai racconti degli anziani, custodi della memoria dei luoghi e delle tradizioni popolari.

Pare che nelle giornate particolarmente uggiose o durante le notti di plenilunio vagherebbe nell’oscurità della vecchia torre la “Stecchina“. Si tratta dello spettro di una inquieta signora alta e un po’ smunta che visse e morì tragicamente ben settecento anni fa. Si dice che ordinava di gettare gli ospiti poco graditi nei pozzi del castello, sul cui fondo vi erano delle lame affilate. Per questo motivo venne murata viva nell’antica torre, ma la morte non le ha impedito di ritornare tra i vivi.  Il vento sbattendo le finestre e ingolfandosi tra le gole dei camini porta con sé i suoi lamenti. Tra gli antri bui e nascosti del castello qualcuno sostiene di aver visto la sua ombra e persino di aver sentito dei sussurri femminili che intimavano di andare via.

Inoltre secondo la tradizione popolare sarebbe qui nascosto il “tesoro del Barone“. Nel V secolo d.C. le invasioni barbariche portarono al completo declino l’Impero romano d’Occidente; gli Unni guidati da Attila invasero l’Impero e giunsero sino alle porte di Roma. Secondo la leggenda l’imperatore Valentiniano III ordinò di nascondere e custodire il tesoro reale nella zona che trova collocazione nei dintorni dell’antico borgo di Salle Vecchia, alle falde del Morrone. Il luogo venne ribattezzato Monte Paio. In seguito l’imperatore fece giustiziare tutti coloro che sapevano dove fosse nascosto il tesoro, ma egli stesso morì improvvisamente portando con sé per sempre il suo segreto nella tomba. Nessuno mai è riuscito a trovare il mitico tesoro, ancora ben custodito chissà dove.

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